Era il 1989 quando per la prima volta, il mondo conobbe Prince of Persia su Apple 2. Lì per lì non fu un successo, vendette appena 70.000 copie che erano un numero veramente basso. Allora come ha fatto una delle serie più famose di videogiochi a diventare tale? Fu la conversione per Amiga, PC, Atari e altri computer di quegli anni a lanciarlo definitivamente nell’olimpo dei migliori. Era il 1990. Questo platform ha ridefinito il concetto stesso di platform, aveva delle animazioni incredibili e per la seconda volta in assoluto, per realizzarle venne utilizzata la tecnica del Rotoscope. Il fratello del programmatore eseguiva i movimenti e veniva registrato con delle speciali apparecchiature, in grado di riprodurre in grafica, quello che il corpo umano aveva eseguito. E infatti Prince of Persia aveva una fluidità dei movimenti che non si era mai vista in un semplice platform. La storia è quella del perfido aiutante del Re di Persia, Jaffar, che rimasto solo con la figlia del Re, decide di impossessarsi del regno. Ma tra lui ed il potere c’è ancora la figlia legittima che deve essere eliminata. E così partono i 60 minuti dell’ultimatum, e l’eroe del gioco inizia la sua avventura. Non ci sono vite a disposizione ma solo un timer da 60 minuti. Ogni volta che si muore, si ricomincia da capo o da un checkpoint a inizio livello. L’unico modo per morire, era far passare i 60 minuti. Ebbe due seguiti, Prince of Persia 2 e Prince of Persia 3, sempre negli anni ’90. Poi vennero realizzati spin-off e remake fino all’ultimo pubblicato proprio poco tempo fa Prince of Persia: The lost crown! E voi? Ci avete giocato in sala giochi con i vostri amici? Fatecelo sapere nei commenti sul nostro canale YouTube e passate a giocarlo a fondo pagina. Vi aspettiamo!